Il marketing del benessere il 24 e 25 agosto sarà nuovamente a Santa Margherita Ligure per il Bioetica festival, giunto alla settima edizione, un’occasione imperdibile per arricchirsi di riflessioni e conoscenza. Quest’anno il tema centrale del dibattito bioetico sarà quello della bellezza.
Si tratta di un tema di assoluto rilievo che investe i complessi rapporti tra etica ed estetica nelle loro relazioni con l’antropologia, la politica, l’economia, il diritto e sollecita diversi orizzonti di ricerca negli ambiti della bioetica umana, ambientale e animale.
Il ruolo di un nuovo marketing
Il Marketing del benessere si fonda su principi e processi che hanno fra i loro obiettivi, non solo offrire la migliore strategia di scambio ai settori della wellness economy, ma anche quello di co-creare migliori condizioni di benessere individuale e collettivo, portare un cambiamento economico che cancelli tutta la bruttezza che abbiano visto e vediamo intono a noi.
Inoltre, fra i settori della WE ci sono anche quelli che creano e promuovono bellezza, si pensi al beauty, alla cosmesi e all’arte e ai beni culturali, naturali e al turismo.
In questi ambiti, principi come etica, consapevolezza, responsabilità ed educazione devono guidare la ragione di esistere di un marketing che se è nato per intercettare (e creare) bisogni da soddisfare attraverso prodotti e servizi e per strutturare un’attività organizzata che procuri uno scambio commerciale generando reddito, oggi però ha bisogno anch’esso di evolversi. Il marketing del benessere pertanto guarda a tale evoluzione proprio quando decide di puntare a soddisfare desideri ed esigenze di cambiamento verso una situazione migliore, attraverso la creazione e lo scambio del valore di prodotti e servizi idonei a tale scopo, realizzando profitto e sinergie.
E’ cieco chi oggi non vede il bisogno di una situazione migliore di quella che ha creato disastri ecologici, inquinamento, persone stressate, depresse, obese, ammalate, intossicate dal lavoro, da relazioni umane guidate dalla competizione e il conflitto. Eppure sono state le nostre scelte di acquisto più o meno consapevoli, a sostenere uno sviluppo capitalistico e consumistico fondato sull’immagine e icona di un benessere prevalente materiale e un malessere sociale che abbiamo preferito non vedere.
L’industria del benessere e la bellezza
Le nuove imprese della wellness economy che, come ci suggerisce il Global Wellness Institute, introducono prodotti e servizi che portano benessere fisico, ambientale, sociale, mentale e spirituale nella vita delle persone intercettando il loro bisogno uno stile di vita migliore verso una conduzione di salute olistica sono una grande opportunità di cambiamento. Le scelte strategiche, comunicative e pubblicitarie potrebbero seriamente partecipare alla creazione di una nuova economia retta sul benessere.
Come leghiamo il benessere alla bellezza? Proprio là dove il benessere si sviluppa in tutte le sue dimensioni si manifesta la bellezza della vita, nel suo fluire armonico. Allora la bellezza diventa lo stato di essere interiore che permette all’uomo di farsi trovare nel suo vivere quotidiano e nelle piccole cose, come riflesso e come conseguenza del benessere. Insomma quando sono in un equilibrio di benessere fra corpo, mente e spirito, quando sono parte interattiva di un ambiente e vivo in modo sano le mie relazioni, la bellezza arriva e si manifesta come armonia di forme e di sentimenti.
Allora potremo ammirare il bello in molte situazioni, non solo opere d’arte, moda e design, ma nei dettagli dell’ambiante, della natura, delle persone (etc.)
La bellezza non sarà solo il frutto di un flusso che dall’esterno arriva a toccare mente, cervello e anima, ma anche del flusso contrario. Per questo motivo la bellezza non è dunque mai svincolata dal benessere, sarebbe una contraddizione, così come oggi non è possibile svincolare il benessere dall’economia di un paese e dalle nostre scelte di acquisto.
Pertanto, il marketing delle imprese che producono eticamente e responsabilmente il benessere e che alimentano il proliferare di un’economia che valorizzi il benessere sociale diventa anche la strategia che aumenta la creazione e la diffusione della bellezza stessa.
Suggestioni del festival
Il festival vuole affermare come la bellezza costituisca un legame connettivo che consente di progettare e attuare lo sviluppo del territorio come integrazione dinamica fra sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’economia della bellezza risulta, pertanto, centrale per costruire un futuro economico e sociale orientato allo sviluppo qualitativo e non solo quantitativo.
Sul piano imprenditoriale una consapevolezza si va sempre più affermando: il bello produce valore e costituisce un fattore fondamentale d’identità che genera vantaggio competitivo sul mercato. Lo scenario che si apre è quello di un’economia della bellezza espressione di un modello di sviluppo e di distribuzione delle risorse innovativo che fa leva sul patrimonio paesaggistico, artistico, culturale, architettonico, enogastronomico.
Nella pluralità dei percorsi interdisciplinari previsti, particolare attenzione sarà riservata alla tematica ambientale e alla cultura della sostenibilità articolata nei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 al fine di integrare nella maniera più pragmatica le istanze della società civile con i processi politici e istituzionali, coinvolgendo il mondo della scuola e della formazione e stimolando la partecipazione dei cittadini per accelerare la diffusione di una nuova cultura del ‘ben vivere’.
Molte sono le questioni su cui dovremmo sentirci chiamati a riflettere. Quali sono oggi le risonanze soggettive e psicologiche della bellezza? Come si configura il mito del bello nei social network? Quali le nuove estetiche del corpo?
Questo e molto altro ci attende a Santa Margherita Ligure con l’istituto Italiano di Bioetica https://www.istitutobioetica.it/ e il Festival egregiamente progettato dalla prof. Luisella Battaglia e per la sezione economia dal Prof Franco Manti.
Guarda qui il programma.