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Lo sapevi che uno dei comparti più ampi della wellness economy, per spesa mondiale complessiva, è quello dell’alimentazione sana, nutrizione e percorsi alimentari?

Il Global Wellness institute lo descrive come la spesa per vitamine e integratori, alimenti fortificati, funzionali e nutraceutici, alimenti naturali e biologici, alimenti salutari, alimentazione sportiva, servizi nutrizionali e dietetici e prodotti e servizi per la perdita e gestione del peso.

Attraverso questo articolo voglio portare l’attenzione in modo particolare al mondo dell’agricoltura, quello fatto con etica e rispetto, soprattutto perché non è esplicitamente citato dal GWI, quando meriterebbe di essere non solo indicato ma valorizzato, per alcuni motivi che vi espongo subito.

In primo luogo perché negli ultimi anni stiamo osservando una tendenza sociale importante: il ritorno alla terra. Tanti giovani hanno deciso di tornare o di non andare via,  di non lasciare la campagna, di non interrompere una tradizione di famiglia, ma anzi di far crescere un’attività, anche ispirati da nuovi metodi e tecnologie. La città, il caos, le cravatte e le scrivanie non sono più tanto interessanti e fare agricoltura, soprattutto per chi ha maturato qualche competenza manageriale diventa una sfida stimolante.

Oggi il biologico, sinergico, biodinamico, la permacultura si intrecciano a filosofie di vita, sostenibilità e tecnologia.

Fare agricoltura è sempre più interessante, per quanto complesso. Io non sono nata in campagna e mi sono cimentata in vita mia solo con un orto casalingo, alcune insalate e scarso successo, ma la ho avuto la fortuna di vivere per alcuni periodi della mia vita in val di Gresta, l’orto Biologico del Trentino, di conoscere alcune attività, di osservare la vita contadina e di affiancare alcune aziende agricole e agriturismi nella loro crescita, comunicazione e organizzazione attraverso formazione consulenza. Ne sono rimasta affascinata, ho ascoltato con ammirazione le storie di vita dai campi, da cui ho appreso nuovi valori.

Infatti, l’altro motivo per cui questo settore merita di essere analizzato e valorizzato è il potenziale educativo che porta con se, in relazione al nostro rapporto con la terra, alla relazione di reciprocità che abbiamo con essa, all’importanza che la sua salute ha per la nostra salute.

Ortaggi, frutta, verdure, piante ed erbe di vario genere sono rimendi efficaci a numerosi disturbi fisici, ci insegnano a non abusare di medicine e a fare prevenzione prima di tutto. Quindi l’agricoltura può diffondere conoscenza, consapevolezza e sani stili di vita e migliori abitudini alimentare, può diffondere una cultura dei valori.

I benefici di questo comparto arrivano in diverse dimensioni del nostro benessere, quello fisico perché sono un toccasana per il corpo, organi e loro funzionamento e ambientale perché crea inevitabile attenzione e proattività alla qualità di vita della natura stessa.

In realtà vi può essere un grande effetto sul benessere mentale, soprattutto se pensiamo alle esperienze che possono essere create, vissute e condivise in un’azienda agricola che svolge anche attività sociali. L’agricoltura sociale vede protagoniste tutte quelle aziende agricole che coniugano le funzioni produttive con lo svolgimento di attività di formazione, inserimento, riabilitazione, servizi all’infanzia. Nelle aziende agricole sociali si realizzano laboratori didattici ed esperienze per persone con difficoltà mentali e relazionali o per l’educazione dei più piccoli.

Esiste inoltre l’Agriturismo. Quando l’azienda agricola diventa anche agriturismo e si apre alla ricettiva’ il suo potere persuasivo e trasformativo aumenta, grazie alle relazioni che può instaurare con gli ospiti.  L’esperienza di chi trascorre qualche giorno in  agriturismo può essere indimenticabile. Trascorrere più giornate circondati da natura e campi, mangiare, nutrendosi con quello che arriva dalla terra vicino, svegliarsi in questi contesti e vivere, dove si può, anche esperienze concrete di raccolta, trasformazione, degustazione preparazione di cibi, lascia il segno e porta benefici anche sul piano sociale attraverso la condivisione e spirituale per chi comprende anche un altro pezzetto del  senso della vita.

Allora non mi spiego come mai molto spesso chi lavora in questo settore non riesca a diffondere tutti i messaggi di cui è portatore, non valorizza ogni singolo momento della giornata, non comunica quanto dovrebbe.

Certamente al di la della poesia c’è un duro lavoro spesso con pochi spazi liberi e probabilmente un assorbimento tale da non pensare a tutto quello che si potrebbe condividere.

Credo anche che chi vive in perfetta simbiosi con la natura non riesca ad immaginare la carenza di benessere, salute, bellezza e natura si vivano in molte altre parti della nostra stessa Italia.

Quindi a tutti gli prenditori agricoli appello di fare dalla loro scelta un modello per gli altri, un serbatoio di stimoli. Questo può avvenire attraverso la creazione di brand che oggi posso fare la differenza nella società, di modelli di business che coinvolgono sempre più i segmenti di persone in esperienze e acquisti consapevoli e un marketing del benessere guidato da principi come l’etica, la reciprocità, la condivisione, l’autenticità.

Concludendo l’impresa agricola potrebbe fare qualcosa di più:

  • raccontare
  • coinvolgere
  • offrire uno stile di vita
  • creare un modello di business impostato sul valore e sulla persona.

Se ne avete voglia possiamo farlo insieme.

 

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